QAZAQ KURESI
Il QAZAQ KURESI (Kazakh Kures, in lingua Inglese), detto anche “Lotta Kazaka”, è la lotta tradizionale e sport nazionale del Kazakhstan, il Paese più esteso dell’Asia centrale. Per le sue origini millenarie ed i suoi valori etici il QAZAQ KURESI nel 2016 è stato dichiarato dall’UNESCO “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità”.
QAZAQ KURESI
Settore: Lotta con giacca (Jacket Wrestling)
Paese: Kazakhstan (Asia Centrale)
Abitanti: 18.000.000
Capitale: Nur-Sultan
International Qazaq Kuresi Federation (IQKF)
European Kures Federation (EKF)
World Federation of Kazakh Kures (WFKK)
In origine le gare di Qazaq Kuresi si svolgevano spesso durante feste e ricorrenze civili e religiose. Questa lotta si basa su tecniche unicamente in piedi (spazzate, ganci ed ancate) e non si possono pendere le gambe con le mani. Fino al 1928, non c’erano né classi di età, né categorie di peso e le regole erano stabilite verbalmente. Nel 1938, in epoca sovietica, questa Lotta venne inclusa nel programma delle “Spartachìadi”, competizioni sportive organizzate in Unione Sovietica come evento internazionale alternativo ai Giochi Olimpici. Nel 1955 furono definite le prime regole generali. Non ci sono tecniche di lotta a terra. Alle competizioni possono partecipare solo atleti maschi.
Nel 2004 viene fondata la World Federation of Kazakh Kures (WFKK), che organizza nel 2005 in Russia, il 1° Campionato Europeo e nel 2006 ad Almaty (Kazakhstan), il 1° Campionato Mondiale. Nel 2017 a Nur-Sultan, i Presidenti delle Federazioni di 35 Paesi fondano la International Qazaq Kuresi Federation (IQKF) che, nello stesso anno, organizza in Kazakhstan il suo 1° Campionato Mondiale. Nel 2018 si svolgono il Campionato Asiatico ed il Campionato Europeo a Batumi (Georgia).
L’8 giugno 2019 a Breslavia (Polonia), al Campionato Europeo organizzato dalla European Kures Federation (EKF) e la International Qazaq Kuresi Federation (IQKF), per la prima volta nella storia di questo sport partecipa l’Italia con Gioele Fortunato, atleta FIKULT, accompagnato dal presidente Vittorio Giorgi e il Coordinatore Sportivo M° Massimo Mattioli.
La settimana successiva, i fratelli Edoardo e Giovanni Gigliotti della Polisportiva Gigliotti di Nuoro, su convocazione della FIJLKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali) rappresentano l’Italia al World Gran Prix della World Federation of Kazakh Kures (WFKK) a Tarbagatay (Kazakhistan).
Nel dicembre 2019, l’atleta FIKULT Nicola Becchetti, accompagnato dal tecnico Chiara Meucci, rappresenta l’Italia ai Campionati Mondiali Assoluti ad Almaty (Kazakhstan) organizzati dalla Federazione Kazaka del Qazaq Kuresi.
Per promuovere maggiormente questo sport a livello mondiale, la World Federation of Kazakh Kures, la International Qazaq Kuresi Federation e la Federazione Kazaka del Qazaq Kuresi nel febbraio 2020 costituiscono la Qazaq Kuresi International Association.
Come attestato da vari reperti archeologici, il QAZAQ KURESI è un lotta praticata da millenni in Asia centrale, nel territorio dell’attuale Repubblica del Kazakistan. Le prime pitture rupestri della Lotta Kazaka risalgono al 1200÷600 a.C ed era una parte centrale dell’addestramento militare in un’epoca in cui si combattevano battaglie su carri. Un soldato doveva possedere un eccellente equilibrio mentre si trovava su un carro e combatteva usando lancia ed arco, fondamentale era anche la maestria e l’abilità all’uso sia della destra che della sinistra, poiché un avversario poteva attaccare da ambo i lati. I Kazaki erano chiamati “eroi di baluans o giganti” e la loro forza si riteneva fosse un dono degli Dei; l’arte di lottare è una delle sfaccettature della cultura nazionale e la vita nomade insegnava, fin da giovani, ad essere coraggiosi e forti. Ragazzi e ragazze erano abili nell’equitazione, nel tiro con l’arco e nella lotta; la “steppa sconfinata”, che rappresentava la maggior parte del territorio del Kazakistan, la vita nomade, l’influenza di tradizioni dei paesi confinanti contribuirono alla comparsa di molti stili tradizionali di Lotta Kazaka.
Lo scrittore greco Aelinaus il Vecchio (II-III a.C) scriveva che nella regione della Sakha (chiamata anche Yakuzia, nella Siberia orientale) per tradizione “se un giovane volesse sposarsi, lui doveva vincere una lotta contro la sua moglie promessa. Se falliva diveniva lo schiavo della ragazza”. Nel XIII secolo Marco Polo, viaggiando nell’Asia Centrale, annotava nei suoi diari che nell’esercito le giovani donne si addestravano alla lotta in condizioni uguali agli uomini.